Principali aree di intervento

Ogni percorso parte con un colloquio iniziale per analizzare la domanda di aiuto. L’analisi di questa domanda dà avvio al processo di valutazione diagnostica, utile a individuare il tipo di intervento più idoneo per ogni singola persona.

Depressione e Disturbi dell’umore

Se stai cercando un aiuto per affrontare un periodo di difficoltà legata all’abbassamento del tono dell’umore sarò felice di supportarti in questo obiettivo offrendoti un percorso di sostegno orientato all’ascolto attivo e improntato su un lavoro terapeutico finalizzato al miglioramento della qualità di vita. Per poter avere un quadro definito rispetto alla tua sofferenza il percorso prevederà una fase di assessment psicodiagnostico volto a rilevare la severità del quadro sintomatologico al fine di impostare il lavoro successivo.  I sintomi psicologici della depressione richiamano alcune tematiche, modi di vedere sé stessi e il mondo, che sono caratteristici e tipici dei disturbi depressivi. Anzitutto, è comune l’autosvalutazione e una rigida autocritica: i pensieri sul sé assumono connotazioni esageratamente negative legate al senso di fallimento, al senso di inutilità, di scarso valore, di incapacità, di inadeguatezza e di colpa. Quando il tono dell’umore si abbassa non è intaccata solo l’idea di sé stessi, bensì anche la visione del mondo e del futuro. Intrappolato in una triade negativa, l’individuo vede sé stesso, il mondo e il futuro secondo accezioni e predizioni negative. Tali credenze negative portano a mettere in atto dei comportamenti disfunzionali (es. evitamento delle attività quotidiane e il ritiro dalle relazioni sociali, passività). Questi comportamenti mantengono l’umore deflesso, il senso di impotenza e in generale i sintomi depressivi e non consentono di sperimentare un senso di efficacia ed emozioni positive. Affronteremo insieme il percorso se lo vorrai, non ho in serbo ricette preconfezionate valide per tutti perché i sintomi calzano sul paziente in maniera differente a seconda della personale storia di vita e del proprio temperamento. Definiremo insieme il percorso più adatto a te.

Ansia e Attacchi di panico

Esistono diversi disturbi d’ansia, ma le ricerche suggeriscono che la maggior parte di essi siano originati da meccanismi simili. Quando incontro per la prima volta un paziente che soffre di attacchi di panico, con o senza agorafobia, riporta spesso molti dubbi rispetto alla possibilità di poter guarire ed è spaventato all’idea di stare nuovamente male e non poter prevedere e controllare il disturbo. Spesso ha già iniziato a limitare la propria vita e le proprie attività. Il primo obiettivo per me è che la persona sappia che è possibile superare gli attacchi di panico, partendo da una psicoeducazione al disturbo e spiegando il protocollo terapeutico previsto per affrontarlo. Gli psicologi formati nella diagnosi e nel trattamento delle patologie legate all’ansia possono condividere con i pazienti strategie di fronteggiamento (coping) sane ed efficaci. La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) è indicata dalle linee guida internazionali nel risolvere i disturbi d’ansia e attraverso di essa le persone imparano a identificare i fattori che contribuiscono a originare e mantenere l’ansia lavorando sulla componente cognitiva e comportamentale che genera e mantiene il disturbo.

Difficoltà relazionali e affettive

Un ambito di lavoro terapeutico che da sempre mi appassiona è quello relativo alle difficoltà relazionali e affettive. Dietro ai problemi relazionali c’è spesso una difficoltà a riconoscere e gestire le proprie emozioni: ad esempio uno scoppio di ira può nascondere la paura di perdere l’altro, oppure il rifiuto verso chi ci sta vicino può dipendere dalla sensazione di non essere accettati. Chi si trova ad affrontare questo tipo di difficoltà spesso non riesce ad esprimere con fiducia i sentimenti più profondi nella relazione, li cela dietro ad un atteggiamento difensivi e talvolta non ne è nemmeno pienamente consapevole. Tali difficoltà relazionali e affettive possono generare incomprensioni e reazioni negative nelle altre persone che non riescono a capire le ragioni profonde della persona che soffre, allontanandosi anziché modulare le proprie reazioni. Questi disturbi spesso afferiscono a funzionamenti psicologici che affondano nel passato la loro attuale struttura e non permettono di vivere nel presente relazioni soddisfacenti e appaganti influendo sul benessere della persona. Il lavoro terapeutico relativo alle difficoltà relazionali e affettive procede in modo empatico e accogliente, offrendo un ambiente sicuro e non giudicante in cui i pazienti possano sentirsi liberi di esplorare le dinamiche interpersonali e le emozioni che le accompagnano. Lavoro con i pazienti per promuovere un cambiamento positivo e la loro crescita personale al fine di supportarli nel gestire le loro difficoltà relazionali e affettive e realizzare un nuovo benessere.

Trauma

L’EMDR è stata presentata per la prima volta nel 1989 e sviluppata nel 1990 da Francine Shapiro e a oggi può essere definito a tutti gli effetti, un approccio empiricamente supportato per il trattamento di esperienze traumatiche che hanno contribuito allo sviluppo di una psicopatologia o di disagio psichico nel paziente. Questa metodologia, utile per il trattamento di disturbi causati da eventi stressanti o traumatici, sfrutta i movimenti oculari alternati, o altre forme di stimolazione alternata, per ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, permettendo così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali al fine di facilitare l’elaborazione e l’integrazione degli eventi traumatici. In EMDR si parla di traumi con la T maiuscola per riferirsi a eventi di vita che hanno coinvolto l’individuo in prima persona o in maniera vicaria in modo violento come: abusi, incidenti, lutti, disastri naturali (terremoti, inondazioni ecc.) e di traumi con la t minuscola per riferirsi a traumi relazionali, cioè la quotidiana e ripetuta esposizione a figure di attaccamento disfunzionali e a contesti familiari patologici, che provoca traumi emozionali. (Fernandez I., 2013). Entrambe le tipologie di esperienza traumatica possono essere trattate con efficacia attraverso la terapia EMDR. Nel lavoro sui vissuti traumatici Il corpo del paziente è coinvolto e ingaggiato in terapia così come la mente e suoi funzionamenti. Utilizzo tecniche e protocolli che permettano un lavoro terapeutico il più possibile integrato e volto a maturare piena consapevolezza di sé per ottenere risultati più efficaci, completi e durevoli nel tempo. Offro ai miei pazienti uno spazio sicuro in cui poter lavorare sui vissuti traumatici che non permettono loro di vivere a pieno la propria vita.

Crisi Esistenziale

La crisi esistenziale è una situazione di profondo disagio che giunge quando si mettono in dubbio gli elementi più importanti della propria vita, ovvero famiglia, lavoro, amicizie e, spesso, se stessi. È un periodo durante il quale la persona avverte la sensazione di essersi smarrita e di non essere capace di ritrovare la strada. Quel che determina maggiore ansia è l’impressione di non comprendere che direzione stia prendendo la propria vita. Una crisi esistenziale si può manifestare in qualsiasi momento della vita e può colpire chiunque. Le situazioni e gli eventi che possono portare alla crisi sono molteplici, fra cui: adolescenza difficile; scelta dell'università; fine del percorso di studi, malattia o morte di una persona cara, trauma psicologico, insoddisfazione personale, relazionale o lavorativa, e molte altre. Il momento di crisi si accompagna spesso a sintomi somatici quali: stanchezza mentale e fisica, disturbi del sonno, tristezza, apatia, mancanza di motivazione, mancanza di obiettivi, senso di vuoto, irritabilità, frustrazione, cambi d'umore e sensazione di mancanza di controllo sulla propria vita. Spesso, chi sta vivendo una crisi esistenziale, come avviene per altri problemi e disturbi, è cosciente del suo problema ma ha vergogna di rivolgersi a uno psicologo. Non è necessario soffrire di una patologia clinica per richiedere l'aiuto di uno specialista. Al contrario, uno psicologo o uno psicoterapeuta possono aiutare chi vive una crisi esistenziale a utilizzare questo momento come un'opportunità di crescita e di rinascita.

Incontri di Gruppo DBT

La Dialectical Behavior Therapy (DBT) è un trattamento cognitivo comportamentale che è stato originariamente sviluppato da Marsha M. Linehan, professore di Psicologia Clinica presso la Washington University di Seattle (USA), per il trattamento di persone con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità (DBP) e con comportamenti cronicamente suicidari ed è oggi riconosciuto come il trattamento psicologico gold standard per questa popolazione. Nel corso degli anni, tuttavia, la Dialectical Behavior Therapy - DBT ha mostrato la sua efficacia su un’ampia gamma di problemi che si manifestano in tutte quelle persone che hanno molta difficoltà nel regolare le proprie emozioni e l’impulsività. L’incapacità nel regolare emozioni quali rabbia, senso di sfiducia negli altri, disperazione, angoscia, spesso vissute come molto intense, può impedire alla persona di sviluppare rapporti interpersonali stabili in vari ambiti di vita. Nella Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) la psicoterapia individuale viene combinata e affiancata da interventi di gruppo (skill training) finalizzati all’apprendimento di specifiche abilità quali: Mindfulness, Tolleranza della sofferenza, Efficacia interpersonale e Regolazione emotiva. In qualità di terapeuta esperta in terapia DBT, conduco sia psicoterapie individuali ma anche psicoterapie di gruppo (skill training) a Reggio Emilia in collaborazione con altri colleghi abilitati alla conduzione di questo protocollo di lavoro. Ci rivolgiamo sia a pazienti che a colleghi che vogliano inviare ai gruppi i propri pazienti per arricchire il setting terapeutico con questo prezioso strumento di lavoro. La dimensione di gruppo, infatti, permette il confronto con chi si trova ad affrontare difficoltà simili e a condividere strategie e risorse personali.